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Proximity Marketing: cos’è e come sfruttarlo strategicamente per aumentare le vendite

Cos’è il Proximity Marketing?

Per molti anni le 4P (prodotto, prezzo, la distribuzione e promozione) del marketing mix teorizzate da Jerome McCarthy sono state considerate la chiave di volta di molte strategie di vendita. Oggi, con la crescita delle potenzialità dell’Internet of Things, diventa sempre più importante costruire relazioni e dialoghi con i consumatori. Ed è qui che entra in gioco una nuova P, quella del Proximity Marketing.

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Per Proximity Marketing si intende la nuova frontiera del marketing digitale che sfrutta la posizione GPS degli utenti per comunicare direttamente con loro tramite messaggi multimediali, inviati ai loro smartphone.

Il proximity marketing rileva la presenza di dispositivi mobili (e quindi di persone) all’interno di un’area ben determinata per inviare i messaggi e trova applicazione in molti contesti, come ad esempio nei centri commerciali, nelle fiere, nei negozi, nei cinema, ecc.

Ecco un esempio di utilizzo: un utente si trova nei paraggi di un negozio di abbigliamento e riceve un sms con degli sconti riservati. In questo caso, l’utente percepisce il valore e la personalizzazione dell’offerta ed entra in negozio per approfittarne.

Conviene investire nel marketing di prossimità?

Dopo aver risposto alla domanda “Cos’è il proximity marketing”, approfondiamo subito il perché funziona.

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Questo approccio innovativo, oltre a vantare numerosi benefici, può adattarsi perfettamente alle esigenze del tuo business, accrescendo la rilevanza di ogni messaggio trasmesso con informazioni, coupon, offerte, indicazioni stradali, messaggi specifici di promozione, giochi, e tanto tanto altro.

Senza dubbio, il marketing di prossimità rappresenta un’ottima strategia per rilanciare i negozi fisici a discapito dell’e-commerce: programmi di fedeltà e localizzazione potrebbero essere usati insieme per premiare tutte i tipi di azioni basate sulla localizzazione degli utenti.

Questi i dati del Proximity Marketing, secondo JiWire:

  • il 53% degli utenti è disposto a comunicare la posizione GPS per ricevere messaggi pubblicitari rilevanti;
  • il 57% degli utenti è più predisposto ad interagire con dei messaggi pubblicitari basati sulla geolocalizzazione.
  • il 62% condivide offerte locali con i propri amici
  • il 63% considera i coupon l’offerta più vantaggiosa di mobile marketing.

Un altro punto di forza di questa strategia di marketing è il suo essere fondata sugli effettivi bisogni dei consumatori: in pratica, il proximity marketing consente di arricchire l’esperienza del visitatore/cliente, che senza sforzi riceverà tutte le informazioni, le offerte, i menù di cui ha bisogno. Si tratta quindi di un contatto estremamente personalizzato e mirato, che rafforzerà il rapporto con l’utente.

Infine, attualmente in Italia è possibile sfruttare i vantaggi di essere tra gli “early adopters”, ossia i primi ad utilizzare questa tecnologia.

Ad oggi, non è più sufficiente essere presenti online con un buon sito, essere attivi su Facebook ed altri Social Network; serve avere un dialogo, un rapporto con ogni singolo potenziale cliente, fondere reale e digitale e sperimentare nuove forme di contatto.

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4 commenti su “Proximity Marketing: cos’è e come sfruttarlo strategicamente per aumentare le vendite

  1. junior ha detto:

    La tecnologia utilizzata è nota e maggiormente diffusa in cultura anglosassone.
    In Italia, oggi 03/2016, l’argomento è paragonabile ai pionieri delle “praterie del west” con la presenza di una dozzina di casi studio su tutto il territorio.
    Molti sono / sarebbero gli scenari di applicazione, esiste ancora poca concreta partecipazione operativa degli imprenditori a seminari e incontri di approfondimento.
    I ROI concreti non sono ancora stati pubblicati, anche se sembra dalle rilevazioni esistenti che i feedback di rivenditori di automobili, Banche, Grande Distribuzione Organizzata, Fiere e Beni di Consumo che hanno partecipato a casi studio e investito in applicazioni personalizzate “beta” individuano i vantaggi e misurano le interazioni.
    Il mio parere l’approccio è pienamente consulenziale, strategico e di budget.
    Chi approccia e accetta di essere indirizzato a fare un’ esperienza di contatto finalizzato alla tracciatura comportamentale (di questo si tratta) con utilizzo delle tecnologie di prossimità è un esploratore, persona positiva, e propensa all’azione; caratteristica molto rara in Italia come afferma il dato in % pubblicato !
    Concludo con le congratulazioni per l’articolo e l’incoraggiamento alla ricerca e nuove esplorazioni !
    Un saluto.
    🙂 Junior

  2. junior ha detto:

    La tecnologia utilizzata è nota e maggiormente diffusa in cultura anglosassone.
    In Italia, oggi 03/2016, l’argomento è paragonabile ai pionieri delle “praterie del west” con la presenza di una dozzina di casi studio su tutto il territorio.
    Molti sono / sarebbero gli scenari di applicazione, esiste ancora poca concreta partecipazione operativa degli imprenditori a seminari e incontri di approfondimento.
    I ROI concreti non sono ancora stati pubblicati, anche se sembra dalle rilevazioni esistenti che i feedback di rivenditori di automobili, Banche, Grande Distribuzione Organizzata, Fiere e Beni di Consumo che hanno partecipato a casi studio e investito in applicazioni personalizzate “beta” individuano i vantaggi e misurano le interazioni.
    Il mio parere l’approccio è pienamente consulenziale, strategico e di budget.
    Chi approccia e accetta di essere indirizzato a fare un’ esperienza di contatto finalizzato alla tracciatura comportamentale (di questo si tratta) con utilizzo delle tecnologie di prossimità è un esploratore, persona positiva, e propensa all’azione; caratteristica molto rara in Italia come afferma il dato in % pubblicato !
    Concludo con le congratulazioni per l’articolo e l’incoraggiamento alla ricerca e nuove esplorazioni !
    Un saluto.
    🙂 Junior

  3. junior ha detto:

    La tecnologia utilizzata è nota e maggiormente diffusa in cultura anglosassone.
    In Italia, oggi 03/2016, l’argomento è paragonabile ai pionieri delle “praterie del west” con la presenza di una dozzina di casi studio su tutto il territorio.

    Molti sono / sarebbero gli scenari di applicazione, esiste ancora poca concreta partecipazione operativa degli imprenditori a seminari e incontri di approfondimento su questo argomento, rari gli operatori competenti e preparati.
    I ROI concreti non sono ancora stati pubblicati, anche se sembra dalle rilevazioni che i feedback di rivenditori di automobili, Banche, Grande Distribuzione Organizzata, Fiere e Beni di Consumo che hanno partecipato a casi studio e investito in applicazioni personalizzate nelle versioni “beta” un elenco di item positivi e il relativo dato, vantaggio, processo…

    Penso che per una diffusione di esperienze-utente proposte a clientela BtB l’approccio dovrà essere pienamente consulenziale, strategico e di orientamento sul budget verso l’utilizzo di una piattaforma integrata supportata da un pack prodotto low cost.

    Da parte dell’utente osservo che chi approccia e accetta di essere indirizzato a fare un’ esperienza di contatto finalizzato alla tracciatura comportamentale (di questo si tratta) con utilizzo delle tecnologie di prossimità e la propria APP dedicata è un esploratore, una persona positiva e propensa all’azione; caratteristica molto rara in Italia come afferma il dato in % pubblicato !

    Altri fattori determinanti di progetti vincenti sono è il brand prodotto perché il rischio di essere “bannati” su comportamenti troppo invasivi è e sarà sempre ombra di ogni decisione del marketing di prossimità.

    Congratulazioni per il vostro articolo e per l’approccio a nuove esplorazioni !
    Saluti.
    🙂 Junior

    1. Digital Mobile ha detto:

      Salve Junior,

      grazie a te per l’apporto significativo del commento 🙂 Il confronto su questi temi è molto importante, viste appunto le lacune in merito. Proprio questo ci ha spinto a voler introdurre questo tema ancora un po’ ostico che, però, ha grandi potenzialità se usato con un approccio strategico. Gli strumenti fanno la differenza solo se accompagnati da strategia e studi continui.

      Grazie ancora e alla prossima!
      Team Digital Mobile Adv

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